martedì 10 luglio 2012

Le tasse sul turismo danneggiano il mercato turist...

Da un’indagine comparativa di Federviaggio, la conferma che le tasse stanno incidendo profondamente sull’appeal del nostro Paese.

«Il settore turistico – dichiara il presidente della federazione, Luca Patanè – non ha bisogno di nuove tasse e Federviaggio si oppone al continuo aumento della pressione fiscale che fa perdere competitività a un settore tanto importante per l’economia italiana».

L’indagine comparativa condotta dall’Ufficio Studi di Federviaggio ha analizzato l’introduzione di tasse di soggiorno e di imposte di imbarco e sbarco nei porti delle isole italiane, ponendo a confronto la situazione esistente in altri competitor turistici come Spagna, Slovenia e Croazia.

«L’analisi che confronta il trend dell’Italia con quello dei Paesi concorrenti – spiega Patanè – dimostra che vi è una chiara correlazione tra sviluppo dei flussi turistici e livello di tassazione. Laddove, nell’ultimo decennio, vi è stata una minore pressione fiscale, il numero di pernottamenti è cresciuto in misura maggiore. Dove la tassazione invece è maggiore, il settore turistico soffre».

Lo studio è stato effettuato in un arco temporale ampio – dal 2000 al 2011 – e tiene in considerazione sia lo sviluppo del numero di pernottamenti che il livello della tassazione nel settore. Sono stati considerati – oltre all’Italia - altri Paesi direttamente concorrenti, quali Slovenia, Croazia, Spagna, Francia e Austria. L’analisi dimostra chiaramente che all’aumentare della tassazione vi è una riduzione del tasso di sviluppo del turismo.

«Federviaggio – evidenzia Patanè – chiede di cambiare urgentemente direzione e andare verso un abbassamento della pressione fiscale nel settore, perché l’introduzione della tassa di soggiorno e di altre forme di imposte dirette e indirette a carico del settore provocherà una perdita di competitività nei confronti degli altri Paesi direttamente concorrenti all’Italia».

«Gli effetti si vedono già nell’anno in corso, ma sarà nel corso dei prossimi anni che tale effetto di diminuzione dei pernottamenti si evidenzierà in tutta la sua gravità. È necessario dunque abbassare la pressione fiscale – conclude Luca Patanè – per dare un impulso alla crescita di un settore che rischia altrimenti di rimanere non soltanto immobile, ma di consolidare la tendenza verso una profonda recessione».

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